L'amianto, essendo molto comune in natura e grazie alle sue caratteristiche di resistenza al calore e facilità di lavorazione, è stato utilizzato per molti anni come materiale per realizzare indumenti e tessuti da arredamento ed elementi per l'edilizia in genere.
L'utilizzo dei prodotti a base di amianto si è protratto fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni.
Nel settore edilizio ha avuto un larghissimo utilizzo sotto forma di aggregato fibro-cemento, universalmente noto come Eternit (che era il marchio commerciale più diffuso)
Grazie alle sue caratteristiche è stato utilizzato praticamente per ogni cosa: pavimentazioni, tubazioni, vernici, canne fumarie, tegole e coperture, pannelli isolanti.
Il fatto che nella percezione comune l'amianto non fosse assolutamente considerato pericoloso si può dedurre dal fatto che fino agli anni '50 veniva comunemente utilizzato anche per filtrare il vino o per realizzare filtri per le sigarette o addirittura per la costruzione di forni per la cottura del pane.
Regno unito e Germania furono tra i primi paesi (intorno agli anni '40) a stabilire una correlazione dell'amianto con gravi patologie
ma il primo paese a bandirlo per legge fu l'Islanda nel 1983.
In Italia è diventato illegale produrre o trasformare l'amianto a partire dal 1992.
Oggi sono soggette a controllo anche le attività di bonifica dei materiali e dei manufatti esistenti e realizzati con l'amianto.
Le normative sullo smaltimento dell'amianto vanno seguite con grande precisione, quindi il supporto di professionisti con una vasta esperienza sul campo diventa fondamentale.
dove si tratta di rimuovere letteralmente l'amianto a causa del rischio ambientale.
Questo è il procedimento più utilizzato, elimina infatti ogni potenziale fonte di esposizione.
La bonifica dell'amianto tramite questo sistema espone però gli operatori a livelli elevati di rischio e vanno prese tutte le contromisure per agire in sicurezza
Tutti i contaminanti ambientali che risultano dalla procedura di bonifica vanno poi smaltiti depositi con determinate caratteristiche,con conseguente aumento dei tempi e dei costi di intervento.
dove grazie all'utilizzo di prodotti chimici impregnanti e ricoprenti, si procederà alla creazione di un bozzolo contenitivo intorno al materiale contaminato dall'amianto.
Inglobando le fibre di amianto attraverso una pellicola protettiva icosti e i tempi di intervento si riducono.
Con questa tecnica non si rimuove l'amianto e quindi non servono nemmeno materiali sostitutivi.
Anche il rischio per gli operatori e per l'ambiente si riduce notevolmente.
Andranno però previste delle verifiche periodiche dell'intervento, perchè la pellicola protettiva potrebbe subire alterazioni meccaniche o chimiche e richiedere delle attività di ripristino.
dove si costruiranno delle vere e proprie barriere fisiche, realizzate con materiali idonei, con lo scopo di isolare l'amianto dall'ambiente circostante.
Costruire una barriera ermetica a protezione delle zone utilizzate in edifici dove è presentye l'amianto.
Per avere la certezza che le fibre vengano disperse nell'ambiente, il processo di confinamento viene normalmente preceduto da un trattamento incapsulante.
Naturalmente questa modalità è attuabile solo nei casi in cui l'amianto sia facilmente accessibile, e nel contesto di aree circoscritte.
I costi e i tempi sono accessibili, qualora non ci siano modifiche da apportare alla struttura, come per esempio cambiamenti al sistema di ventilazione o alla struttura degli impanti elettrici e idraulici
Anche in questo andranno previste verifiche periodiche dell'intervento.
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